Pensieri Erranti di Una Mattina di Aprile (con poche ore di sonno, come sempre)
La nostra vita e' fatta di parole, con le parole comunichiamo, con le parole cerchiamo di aprire strade, con le parole possiamo ferire o ricucire. Eppure, con il tempo comprendi, quanto di una persona non e' racchiuso nelle parole, ma altrove. Nei suoi silenzi, nei suoi sguardi, nei suoi gesti, nelle sue "fughe dal mondo". In tutto quello che non dice, in un sorriso che nasconde tormento e una forza che trova radici in una sofferenza profonda.
In una societa' che ci ha abituato alla superficie, siamo troppo poco attenti a quello strato di profondita' che separa l'essere dall'apparire, che distingue il dentro dal fuori. Taluni di noi, sono allenati a riequilibrare questa differenza, tra il dover essere e l'essere, focalizzandosi dentro e cercando di fare in modo che la propria fonte di energia possa essere impiegata per fini positivi e propositivi....ma quella energia, quella tensione interna, tra cio' che si e' e cio' che una societa' deviata vorrebbe che si fosse, non sempre riesce a trovare equilibrio nel modo giusto. Questo genera tensione, conflitto, disagio.....con se stessi e verso gli altri
Abbiamo scoperto la forza della condivisione, ma abbiamo dimenticato che, molto probabilmente, la parte piu' fragile di noi e' proprio quella che nessuno vede, che in pochi possono sentire, percepire, comprendere
Quando la si incontra per la prima volta (la nostra vulnerabilita'), non e' un momento piacevole, non lo e' mai.....e' il momento in cui la vita, ti chiede "e ora, come la mettiamo?" , e' il momento in cui ti chiede in che modo vorrai continuare a giocare la tua partita......quando, in realta', ti ha gia' spezzato in piu' parti. E' il momento in cui sei piu' di quello che eri, ma ancora non lo sai. Dipende tutto, dal metro di misura (e da chi misura)
E allora, devi concentrarti, affinare l'udito, lo sguardo, il cuore, per capire una persona dove e'....anche quando la hai di fronte , anche quando ti sembra di vederla.
Della propria vulnerabilita' si diviene Servi o Padroni a seconda dei casi.....Nel primo, non la si accetta, la si combatte, fino a quando non diviene un'onda che ci sommerge senza neanche accorgercene. Cercando di scappare, ci insegue e come uno tsunami diviene sempre piu' alta e maestosa. Altri, ad un tratto, si voltano e guardano l'onda e per uno strano motivo, l'onda rimane li, non ti travolge, si ferma, seppur l'acqua resta in movimento.....Spesso, quello che non accettiamo di noi, lo proiettiamo sugli altri ed e' proprio in questa dimensione che generiamo il conflitto (con noi stessi e con chi ci circonda)
Per alleviare questo stato In-cosciente (privo di coscienza vigile) e' necessario uno sforzo con se stessi di immane portata, e' necessario che si comprenda la differenza tra cio' che e' in nostro controllo e cio' che ci illudiamo di controllare. E' necessario si comprenda che noi non siamo del tutto "artefici del nostro cammino"....una parte lo e', di certo, ma e' quella dove non abbiamo il controllo che ci pone costantemente alla prova (purtroppo)
C'e' un detto che dice "Quando credi di avere tutte le risposte, la vita ti cambia le domande" , ed e' cosi, lo e' sopratttuto per chi ha rotto gli argini, per chi non si abitua all'abitudine, per chi ha abbandonato la presunzione del controllo....
E allora, camminando nel buio del mondo, si tentera' di accendere una luce dentro e si tentera' di farlo anche quando tutto sembra che si sposti verso il buio. Non perche' si e' forti , ma perche' si e' accettata la propria debolezza, la propria paura, la propria fragilita'.
Ovunque sia la parte migliore di noi, non e' mai in cio' che vediamo (noi non siamo cio' che facciamo....una piccola parte di noi, lo e') . Siamo, in cio' che non diciamo e che in pochi possono sentire. Ed e' su quella linea di confine che si incontrano le anime
Buona Giornata e alla prossima :-)